viernes, 8 de mayo de 2020

Alessio Brandolini comenta mi libro "En concreto (Xilitla)" y traduce unos poemas.


C’è un luogo magico e misterioso in Messico, vicino a San Luis de Potosí, località Xilitla, si chiama Las Posaz ed è un giardino artistico, scultoreo creato nel corso di molti decenni dall’inglese Edward James (1907 – 1984), arrivato in questi luoghi nel 1944 per concretizzare un sogno: la costruzione di un giardino dell’Eden, fondendo arte e natura, esaltando l’immaginazione e mettendo in pratica i principi surrealisti. 
Sono 36 le  sculture di cemento de Las Pozas (ora monumento nazionale) e il meraviglioso giardino fa venire alla mente il parco dei mostri di Bomarzo, ideato dall’architetto Pirro Ligorio e inaugurato nel 1547 su commissione del principe Vicino Orsini. Gli intenti sono diversi ma anche qui il mondo onirico si trasforma in strani e suggestivi palazzi, portali, colonne, case, ovvero in qualcosa di concreto, che poi è il titolo della raccolta poetica del messicano Sergio Briceño González (Colima, 1970), con il sottotitolo di Xitilia, pubblicata nel 2018, recuperando suggestioni vissute durante un soggiorno di alcuni mesi a Las Pozas nel 2012. Libro diviso in cinque parti che sono sentieri poetici e reali in cui l’autore narra in poesia di questo incontro con un luogo così suggestivo, dove piante e alberi si trasformano in cemento e viceversa, tra scaloni, statue, centauri, ninfe, unicorni, maschere, porticati e fiumi che contano i minuti del silenzio. Un luogo di saggezza dove le parole sono portate e poi erose dal vento e i poggi ridono. 

https://drive.google.com/uc?export=view&id=1zeXtQtI619TlMvksNuQ4AsAAcn_7Quzj


Si procede in un mare di rocce e lo sguardo viene travolto da un’onda improvvisa di bellezza. Un stimolo (e un elogio) alla fantasticheria, a una liberazione interna che lascia intravedere un altro mondo, altre esistenze, persino la delicata ed effimera scrittura elaborata dagli insetti ronzando nell’aria. Da qui nasce una realtà di tipo nuovo (“concreta”) che fonde il cemento al sogno, l’arte alla poesia, la visione surrealista al preciso e stupendo progetto architettonico. Un arte che si fa rifugio, cittadella, luogo dove stare come in una culla (o un eden) e dal quale poi partire in ogni direzione con la fantasia rigenerata, un luogo dove  rimodellare il principio di realtà sul principio di piacere.
L’autore rende tutto più fluido di queste parole e scolpisce i suoi versi (misurati e precisi) nella roccia, ovvero li inserisce sapientemente nel contesto artistico de Las Pozas, di cui si appropria per poi restituircelo in poesia con le sue impressioni, idee, visioni, in un flusso potente e sinuoso, fatto di nessi e accostamenti imprevisti o bizzarri che stimolano e colorano i sensi, li affinano. I sogni del poeta si fondono al  sogno “concreto” di Edward James.

Qui regna una pace strana, piena di luce, odori e abbaglianti riflessi. Una pace che allontana gli abissi e  avvicina a esistenze anteriori, lontane, invisibili. Si cammina tra questi versi e in questi luoghi magici e si è felici, qui dove il bosco conosce ogni esatta modulazione delle nostre voci interiori. Si diventa pietra, polvere, Tutto e Nulla.  

Qui sotto tre poesie da
𝗘𝗡 𝗖𝗢𝗡𝗖𝗥𝗘𝗧𝗢 (𝗫𝗜𝗟𝗜𝗧𝗟𝗔) 𝗱𝗶 𝗦𝗲𝗿𝗴𝗶𝗼 𝗕𝗿𝗶𝗰𝗲𝗻̃𝗼 𝗚𝗼𝗻𝘇𝗮𝗹𝗲𝘇 
(2018, Ediciones Sin Nombre, México)

*
Prima era spuma questa montagna 
che conosce il mio nome 

E sento l’eco della sua voce 
della voce della pietra 

Dalla voce di quella voce di pietra 

Che ripete 
Che ripete il mio nome 

E so che quel nome si chiama silenzio 
è il mio modo di stare 
di essere 

È la mia forma di pietra nel silenzio 

È la forma stessa 
                                del silenzio

*
Questa cittadella esiste per essere abitata da esseri invisibili 
Non ci sono punti cardinali 
La bussola segna il nord 
in tutte le direzioni e nessuna 

Il tuo respiro è l’unico modo sicuro per orientarsi

*
Tracciano persino schemi 
e qualche forma primitiva di scrittura  

nel loro volo 
gli insetti